Villa Marazza

A Villa Marazza a Borgomanero si tengono numerosi eventi e manifestazioni

Immersa nel verde di un secolare parco si trova la settecentesca struttura denominata oggi Villa Marazza, grazie al lascito testamentario dell’Avvocato Achille Marazza (1894 – 1967), che la destinò ad ospitare la Biblioteca e la relativa Fondazione.

Fu antica proprietà delle famiglie Rossignoli e Tornielli e ceduta, nel 1782, ai Bonola originari di Vacciago e Corconio, il cui ultimo discente fu l’avvocato Giulio Bonola (1865 – 1939) che trasmise la proprietà al nipote Achille Marazza.

La Villa ospita attualmente, nel salone d’onore e nei cortili anteriore e posteriore, numerose manifestazioni.

Importanti sono la Cappella interna realizzata con marmo rosa di Candoglia e le varie stanze.

La Fondazione Marazza si articola in tre settori: la biblioteca pubblica, la “Casa della Cultura” e la “Fondazione culturale Centro Studi e ricerche”.

A sua volta la “Biblioteca pubblica” è articolata in vari settori: per ragazzi, adulti, storia locale piemontese e lombarda, rari, biblioteche storiche.

Fondazione Achille Marazza – Biblioteca Pubblica e Casa di Cultura Onlus

La Fondazione fu voluta da Achille Marazza (1894 – 1967) – avvocato, membro del CLN Alta Italia e della Costituente – che donò a tal scopo al Comune di Borgomanero la propria villa settecentesca, il grande parco che la circonda, un isolato di case e negozi nel centro storico della Città al fine di poter mantenere e incrementare la nuova istituzione nascente, e il nucleo principale della propria biblioteca insieme a oggetti e stampe d’arte.

La Fondazione Marazza è aperta al pubblico dal 1971 come Biblioteca Pubblica e Casa di Cultura.

Conta attualmente oltre 110.000 volumi, di cui circa 14.000 libri per ragazzi, 20.000 libri destinati a circolare tra le biblioteche del Sistema Bibliotecario del medio Novarese e 30.000 libri antichi e rari (secoli XIV – XIX).

Contatti

Viale Marazza, 5, 28021 Borgomanero NO

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In quegli stessi anni venne costruito il “Teatro o Trionfo dell’Immacolata”, poi chiamato dal volgo “lobietto”, per ospitare gli amministratori del Contado