Le Maschere

Le Maschere della città sono dovute alla fantasia dell'avv. Gianni Colombo

Per la Festa dell’Uva due borgomaneresi vestono i panni delle due maschere della città: la Sciòra Togna e la Carulèna. All’inizio dei festeggiamenti il Sindaco consegna loro le chiavi della città sino al termine della sagra.

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Singolari anche queste due caratteristiche figure che rappresentano, quali maschere tradizionali, la nostra Città.

Sono anch’esse dovute alla fantasia dell’avv. Gianni Colombo e, tranne la parentesi di un anno, durante il quale fu una signora ad interpretare la “Sciòra Togna” (la signora Tersilla Zambrini), furono sempre interpretate da maschi.

Di chi si tratta e chi sono? La “Sciòra Togna” è una prosperosa, signorile, matrona del ceto medio con abbondanti misure estetiche, mentre la “Carulèna” è la sua fedele servente: una ciarliera e minuta popolana.

Le prime maschere, nel 1936, furono impersonate da Carlo Cattaneo, la Sciòra Togna e da Battista Piemontesi, la Carulèna. Erano stati gli interpreti della commedia musicale in dialetto borgomanerese dell’avv. Colombo, rappresentata nel 1926, Burbané cal visiga.

Altri borgomaneresi si alternarono negli anni successivi nel simpatico ruolo, animando la “Sagra” e divenendo “padrone del Borgo”, con tanto di chiavi della Città, consegnate dal Sindaco, per il tempo di durata della manifestazione.

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