Con il suo patrimonio botanico e la forte impronta esotica, Flaubert la definì “Il luogo più voluttuoso che abbia mai visto al mondo”.
Posizione
Situata proprio nel centro del Golfo Borromeo, a metà strada tra Baveno e Pallanza, a… di strada da Borgomanero, l’isola è occupata prevalentemente da giardini.
Anticamente era dedicata a San Vittore, successivamente il suo nome mutò in “Isola Maggiore” per divenire poi quello attuale.
Il Giardino all’Inglese
Tra i più antichi giardini botanici d’Italia, l’attuale parco all’inglese è stato realizzato ai primi dell’Ottocento: vi trovano dimora piante e fiori rari provenienti da ogni parte del mondo, acclimatati grazie alle dolci e favorevoli temperature.
Unica la terrazza delle protee, ad esempio, fiore preistorico simbolo del Sudafrica che qui ha trovato il suo ambiente ideale.
O come il bicentenario Cipresso del Cashmir, arrivato nel 1862 dall’Himalaya in un sacchettino di freschissimi semi, ora il più vecchio esemplare in Europa della sua specie che, nella sua terra di origine in Tibet, è in via di estinzione.
Ma anche glicini, rare piante subtropicali, fiori esotici e uccelli dai colori sgargianti (vi capiterà di imbattervi in variopinti pappagalli, nei fagiani cinesi o negli eleganti pavoni dalle piume candide). Tutto questo, unito alla cura con cui l’ambiente viene conservato, vi darà l’illusione di trovarvi in una località tropicale.
Palazzo Borromeo
Nel Palazzo dell’Isola Madre, i Borromeo decisero di privilegiare una dimensione più intima e familiare. Gli arazzi, i mobili e i quadri che potrete ammirare provengono, infatti, da varie dimore storiche che la famiglia Borromeo possedeva in Lombardia.
Tra le sale più importanti, la celebre Sala delle Bambole, la Sala delle Stagioni e quella dedicata all’esposizione di antiche Marionette, un vero e proprio teatrino con tanto di congegni meccanici per creare fuoco, nebbia e rumori di scena, attraverso il quale la famiglia Borromeo intratteneva gli ospiti.
La collezione esposta è tra le più ampie e meglio conservate al mondo. Quinte e fondali furono realizzati da Alessandro Sanquirico, lo scenografo del teatro alla Scala di Milano, che lavorò per i Borromeo attorno al 1830.